La Strategia Europea per la mobilità sostenibile e le sfide delle aree montane e rurali.
In occasione della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile, il centro EUROPE DIRECT Carnia, che si propone quale punto di contatto tra i territori e le istituzioni europee, condivide alcune riflessioni sul tema della mobilità sostenibile per approfondire un tema spesso associato alle aree urbane ma altrettanto importante per le aree rurali e montane, che rappresentano un’ampia porzione del territorio europeo oltre che una sua importante risorsa.
La mobilità sostenibile richiama il tema del Green Deal Europeo, si riallaccia a quello del digitale e al diritto dei suoi cittadini, siano essi abitanti di città o montanari, di accedere ai servizi, essenziali e non.
Ma qual è oggi la situazione? Cosa sta succedendo in Europa?
Alla fine del 2020 la Commissione europea ha presentato la Strategia per una mobilità sostenibile e intelligente poi adottata a maggio 2021 dal Consiglio europeo. La redazione della Strategia era stata preceduta da una consultazione pubblica cui hanno contribuito oltre 300 soggetti.
In quell’occasione Euromontana 1 aveva svolto un’analisi e predisposto un documento che ci pare colga aspetti rilevanti della mobilità nelle aree montane e rurali, ponendo l’accento sulla necessità di includere questi territori nella transizione verso una mobilità sostenibile.
L’analisi fatta, della quale si propone una sintesi, ha avvio da alcune considerazioni:
• la mobilità gioca un ruolo importante rispetto all’attrattività di un luogo;
• nelle aree montane e rurali la dipendenza dall’uso dell’auto privata è ancora molto elevata e, unitamente ad un trasporto pubblico non sempre adeguato, si traduce in fattore di esclusione, soprattutto per alcuni abitanti.
Ancora:
• la mobilità è un fattore strettamente connesso ad altri ambiti, quali il turismo e i servizi;
• si configura come un elemento chiave dello sviluppo territoriale;
• la sua debolezza e/o inadeguatezza compromette il risultato di qualsivoglia strategia di sviluppo.
Si richiama a tal proposito quanto riportato nell’articolo dell’Ing. Paolo Zaramella, – Coordinatore Attività TPL FVG S.c.a.r.l.- “…i servizi di trasporto e la mobilità delle persone (sono) un punto di forza per mantenere la presenza nelle aree a bassa densità territoriale”.
Il documento di Euromontana sottolinea la necessità di tener conto di alcune sfide specifiche, che impattano negativamente sulla sostenibilità finanziaria del trasporto pubblico e mantengono alto il numero di veicoli privati circolanti nelle aree montane.
Distanze da coprire lunghe e difficoltose, basso numero di abitanti, popolazione disseminata in piccoli paesi, molti anziani, un livello di povertà spesso maggiore che altrove, difficoltà legate alla morfologia e costi di costruzione e gestione delle infrastrutture di collegamento (ponti, gallerie) più elevati, sono le principali difficoltà con cui ci si deve confrontare.
Il Progetto Move on Green ha mostrato come la dipendenza dall’auto privata sia alta in assenza di soluzioni alternative che, nel caso delle aree montane, non vengono proposte dal mercato a fronte di un’utenza quantitativamente ridotta.
Ma meno trasporto pubblico significa più auto, con evidenti conseguenze su ambiente e inquinamento (emissioni CO2) e sulle persone che non disponendo di un mezzo privato sono limitate negli spostamenti, nell’accesso e, in ultima analisi nei loro diritti.
Rispetto al tema ambientale il documento redatto evidenzia come le aree montane siano particolarmente vulnerabili all’inquinamento legato al traffico, turistico e/o commerciale. Un dato, quello dell’inquinamento che riguarda sia le grandi vie di passaggio che le strade minori, poco o per niente adatte a transiti di grandi quantità di auto e/o di traffico pesante.
Il Progetto InterregIVC AlpInnoCT riporta che, nel 2018, le merci passate per le Alpi sono state 223,5 milioni di tonnellate, oltre il 60% di queste sono state trasportate su strada.
Un altro elemento considerato è quello transfrontaliero: molte aree montane in quanto aree di confine, sono interessate quotidianamente dagli spostamenti dei lavoratori transfrontalieri. Ogni giorno in Europa 2 milioni di lavoratori attraversano un confine per raggiungere il posto di lavoro: 600 mila lo fanno nell’area alpina.
Parlare di mobilità sostenibile significa quindi trattare un tema che necessita di una declinazione territoriale all’interno di una dimensione sovranazionale, le strategie macroregionali ed i programmi/progetti di cooperazione transfrontaliera possono rappresentare un valido aiuto ed un’importante cornice di riferimento.
Tutt’altro che trascurabile, come evidenziato dall’analisi di Euromontana, è la dimensione sociale: tener conto delle specificità delle aree montane significa migliorare la mobilità sostenibile a vantaggio di tutti, riconoscendo a tutti, individui e territori, gli stessi diritti.
L’analisi fatta, richiamando una precedente ricerca2, raggruppa gli abitanti delle aree rurali in 3 categorie rispetto alle loro abitudini di mobilità
- Le persone vincolate al territorio: coloro che per ragioni fisiche, economiche o culturali non hanno accesso alla mobilità e sono estremamente dipendenti dalla dimensione locale per accedere a beni e servizi (anziani, giovanissimi, poveri, spesso donne). Sono persone con difficoltà che possono portare ad un loro isolamento sociale e a difficoltà lavorative, innescando un circolo vizioso che ne compromette la qualità di vita.
- Le persone vulnerabili: coloro che spendono più del 18 % del loro budget in spese di trasporto (macchina, benzina, assicurazione, parcheggio), sono persone che spesso si devono spostare molto per lavoro e non possono permettersi, ad es., una casa nella città dove lavorano.
- Le altre persone in movimento: coloro che non hanno problemi a spostarsi ma rimangono comunque vincolate al loro mezzo privato. Rappresentano la maggioranza della popolazione montana ma alcuni di loro rischiano di scivolare tra i vulnerabili al modificarsi di alcuni fattori (ad es. per aumenti dei costi di trasporto).
Oltre ai rischi sociali, che impattano in prima battuta sull’individuo, c’è il pericolo di esclusione territoriale delle aree rurali/montane; se da un lato l’Europa pone la coesione territoriale al centro dei suoi obiettivi, dall’altro le città e i grandi poli spesso sono ancora il centro di ricerche e politiche su trasporti e mobilità.
A conclusione dell’analisi, Euromontana formulava alcune raccomandazioni:
Migliorare la mobilità nelle zone rurali e montane
- attraverso l’adozione di un pacchetto di misure ad hoc per queste aree. Non si devono riadattare le misure pensate per la mobilità urbana ma è necessario tenere conto di fattori sociali, territoriali/morfologici, ed economici;
- ristrutturare il “Servizio informativo sul trasporto locale europeo (ELTIS)3 un’iniziativa della Commissione Europea che si è focalizzata unicamente sulla mobilità urbana. Questa piattaforma potrebbe aiutare le autorità locali e regionali nello sviluppo di trasporti sostenibili attraverso lo scambio di esperienze, la formazione e la messa a disposizione di strumenti di lavoro e opportunità;
- assicurarsi che gli Stati Europei a livello regionale, dedichino la loro attenzione e i loro sforzi alla mobilità in aree rurali/montane, anche attraverso gli strumenti della politica di coesione ed i programmi di sviluppo rurale.
Incoraggiare lo sviluppo dei trasporti su rotaia4
- promuovere lo sviluppo di trasporti su rotaia sia per passeggeri che per merci ed il mantenimento delle piccole tratte ferroviarie esistenti. Questo potrebbe impattare positivamente sulla qualità di vita in queste aree riducendo la quantità di traffico pesante che transita nelle valli alpine;
- incoraggiare e sostenere la gestione delle piccole tratte ferroviarie come “last mile solution” sia per gli abitanti che per i cittadini;
- sfruttare l’opportunità del 2021 Anno europeo del trasporto su rotaia per avviare delle riflessioni su questa modalità di trasporto in area montana.
Stimolare l’innovazione per i trasporti in aree montane
- incoraggiare gli Stati membri a incrementare la multi-modalità dei trasporti, sia nelle regioni che tra le regioni (anche tra stati in caso di regioni transfrontaliere), agendo sia a livello materiale (strutture, mezzi ecc.) che su servizi collegati (politiche di prezzo, biglietti ecc.);
- promuovere l’innovazione sociale nel settore dei trasporti verso soluzioni sostenibili, come il car pooling ed il trasporto a chiamata nelle aree a bassissima popolazione;
- incoraggiare ulteriori riflessioni sul tema dei trasporti nel quadro disegnato da Smart Villages e basate sullo scambio di buone prassi;
- considerare il digital divide e le sue connessioni con il tema mobilità di come ciò impatti sulla vita dei cittadini.
La Strategia Europea per la mobilità sostenibile, recentemente approvata, concentra la sua attenzione sugli aspetti ambientali e gli interventi necessari a ridurre le emissioni inquinanti, sulla tecnologia e il digitale, strumenti indispensabili a servizi di trasporti migliori, nonché su aspetti di carattere sociale.
Tra le premesse alle 10 iniziative faro indicate dalla Strategia si evidenzia:” è fondamentale che la mobilità sia a disposizione e alla portata di tutti, che le regioni rurali e remote siano meglio collegate, accessibili alle persone a mobilità ridotta e alle persone con disabilità e che il settore offra buone condizioni sociali, opportunità di riqualificazione e posti di lavoro interessanti”.
Il proposito è poi ripreso ed esplicitato all’interno dell’INIZIATIVA FARO 9: “RENDERE LA MOBILITÀ EQUA E GIUSTA PER TUTTI”, “Il passaggio a una mobilità sostenibile, intelligente e resiliente deve essere giusto o, in caso contrario, rischierà di non prodursi. La Commissione garantirà pertanto che le possibilità offerte dal meccanismo per una transizione giusta siano pienamente esplorate, al fine di rendere questa nuova mobilità economica e accessibile in tutte le regioni e per tutti i passeggeri, inclusi quelli con disabilità e a mobilità ridotta. La Commissione continuerà inoltre a dare il suo contributo, assicurando il sostegno del Fondo di coesione e del FESR agli Stati membri e alle regioni meno sviluppati”.
La programmazione 2021-2027 e le risorse messe a disposizione sono e saranno l’occasione per sperimentare collaborazioni e approcci innovativi.
EUROPE DIRECT Carnia
1 Euromontana è un’Associazione europea multisettoriale per la cooperazione e lo sviluppo dei territori montani che raggruppa soggetti diversi: agenzie di sviluppo regionale, autorità locali, organizzazioni agricole, agenzie ambientali, scuole e istituti di ricerca. In Italia ne fanno parte: la città metropolitana di Torino, POLIEDRA- politecnico di Milano, Università della Montagna, UNECEM, Centro Consorzi BL, Provincia Autonoma di Bolzano. La missione dell’associazione è promuovere lo sviluppo integrato e sostenibile e la qualità della vita nelle zone di montagna a partire dallo scambio di informazioni ed esperienze, realizzando direttamente, o in collaborazione con altri, studi e ricerche e sviluppando, gestendo e partecipando a progetti europei.
2 Huygues, Baptiste e Carriere https://www.researchgate.net/publication/278629842_Quelles_mobilites_en_milieu_rural_a_faible_densite
3 Creato oltre 20 anni fa, quale osservatorio europeo della mobilità urbana. È finanziato dall’Unione europea nel quadro del programma Intelligent Energy – Europe (IEE), facilita lo scambio di informazioni, conoscenze ed esperienze nel settore della mobilità urbana sostenibile in Europa. https://www.eltis.org/it
4 Euromontana https://www.euromontana.org/wp-content/uploads/2020/04/2020-04-08-The-European-Year-of-rail_consultationEN.pdf