Piemonte: montagna e nuove forme di residenzialità
C’è la banda larga in paese? Come funziona la scuola? C’è il medico?
di Maurizio Dematteis
Sono le migliaia di richieste sui servizi dei piccoli comuni di montagna che continuano ad arrivare sulle scrivanie dei sindaci dopo la fase emergenziale del Covid 19.
Gli agenti immobiliari delle Valli Olimpiche in Alta Val di Susa, ad esempio, sono alle prese con un’esplosione inaspettata del mercato immobiliare: vendono case e alloggi sulla piazza da anni e stipulano centinaia di contratti d’affitto. Una ripresa del mercato, da anni in affanno, sorprendente.
La vera novità non è tanto che l’estate della pandemia le valli alpine sono state prese d’assalto da migliaia di turisti. Ma il fatto che molte famiglie hanno chiesto contratti d’affitto a lunga scadenza, stagionali o annuali, con l’intenzione di trasferirsi in montagna per buona parte dell’anno.
«Questa emergenza legata al Covid 19 ha dimostrato due cose – spiega Maurizio Beria, sindaco del piccolo comune di Sauze di Cesana e Presidente dell’Unione di comuni della Via Lattea, in Valle di Susa – che fuori dall’ambiente urbano la qualità della vita è spesso migliore, e che grazie al telelavoro alcune attività si possono delocalizzare anche in montagna». Insomma, che la città stia perdendo il “monopolio” residenziale e lavorativo?
«Se questa tendenza si consolidasse sarebbe interessante – continua Maurizio Beria – perché territori montani molto strutturati come il nostro sarebbero in grado di dare un’alternativa alla vita in città a tante famiglie».
Un sistema a fisarmonica quello dell’Unione montana Comuni olimpici via Lattea, capace di accogliere 40 mila turisti durante la stagione invernale dello sci, a fronte di circa 4000 residenti, e di organizzare i servizi di conseguenza.
«Se da 4000 residenti dovessimo passare anche a 5000 – spiega Maurizio Beria – penso che grazie alla nostra capacità di adattamento potremmo trovare gli strumenti per un’offerta di servizi spalmata durante tutto il corso dell’anno».
La prima cosa da potenziare sarebbe il servizio di banda larga, sottolinea il sindaco:
«perché un conto è mettere a disposizione un servizio per consultare siti turistici, altra cosa è permettere a chi risiede di lavorare, potendo spedire o scaricare documenti voluminosi».
Davide Eboli, sindaco di Ceres, nelle meno strutturate Valli di Lanzo, guida un piccolo comune montano a un’ora d’auto e tre di treno da Torino, è dello stesso parere: «la recente crisi sanitaria potrebbe aiutare i piccoli comuni a rischio spopolamento – spiega – a riacquistare residenti». Ed è per questo che la sua amministrazione comunale ha lanciato un servizio di matching on line tra domanda e offerta di affitti in Valle (visibile dal sito ufficiale del comune), che nel giro di poche settimane è stato travolto da oltre 200 richieste.
La montagna si appresta a diventare sempre meno loisir e più residenza di lungo periodo? Difficile dirlo, anche se il famoso climatologo Luca Mercalli continua a sostenereche ormai le nostre città a causa dell’innalzamento delle temperature degli ultimi anni stiano diventando invivibili, e ci sarà una grande migrazione verso le montagne. E i sindaci dei piccoli comuni stanno cominciando ad attrezzarsi.
N.B. Si ringrazia Maurizio Dematteis per lo scritto sopra