Friuli: Processi innovativi di sviluppo locale a Stregna
Il recupero della rete e la valorizzazione dei percorsi escursionistici, il ripristino dei terreni incolti e l’associazione fondiaria, la restituzione dell’identità paesaggistica e culturale ai cittadini.
Il contesto territoriale di Stregna e delle Valli del Natisone
Stregna è un comune del Friuli Venezia Giulia lungo la fascia confinaria con la Slovenia; conta poco più di trecento persone, con una curva demografica terribilmente sbilanciata verso l’anzianità. Le sedici frazioni si dislocano lungo l’anfiteatro naturale dell’alta valle del torrente Erbezzo, tra i trecento ed i seicento metri di altitudine.
Siamo nelle Valli del Natisone, in quella mezza montagna comune a tutto l’arco alpino dove non sono riconosciuti né condivisi elementi di richiamo e di caratterizzazione territoriale, quali ad esempio un paesaggio dolomitico o di alta montagna, o la presenza di grossi fiumi come l’Isonzo, dove la minoranza linguistica slovena è stata osteggiata per buona parte del ventesimo secolo, con strascichi fino ai giorni nostri.
Eppure qualche punto di forza il nostro paesaggio lo possiede: dall’originalità della distribuzione sparsa delle frazioni ad una altissima densità di collegamenti tra le stesse attraverso strade, piste forestali e sentieri, dall’elevata biodiversità alle riconosciute ed accessibili tradizioni gastronomiche che ne conseguono, ai panorami equilibrati tra gli effetti dell’antropizzazione e la naturalità.
La criticità e la minaccia hanno stimolato la discussione tra la gente
Quando nel 2012 una speculazione edilizia ha minacciato l’edificabilità di larga parte dei prati stabili presenti, uno degli elementi più caratteristici ed identitari, l’occasione è stata quella di stimolare una discussione nella comunità, che ha portato il gruppo promotore che guido a governare il comune di Stregna.
I ruderi dei paesi, il rovo lungo i sentieri, l’avanzamento del bosco nei prati hanno un elemento comune: l’abbandono. Questo è dunque diventato il nostro problema da affrontare e risolvere.
L’aggregazione coordinata genera risultati
Uscivamo da un decennio di esperienza positiva di valorizzazione degli edifici ruderali quale la cooperativa Albergo Diffuso Valli del Natisone, probabilmente tra i primi processi collettivi di riappropriazione di elementi di paesaggio rurale.
La prima azione promossa dall’amministrazione comunale nel 2015 è stato l’accordo con le associazioni volto a valorizzare l’escursionismo. Il grosso sostegno al volontariato non tanto per le attività ordinarie, ma quanto per progetti condivisi, si è rivelata una strategia vincente. Ormai da sei anni Stregna dispone di una rete escursionistica regolarmente manutentata di quasi trenta chilometri. La presenza dell’Alpe Adria Trail ci ha stimolato poi a valorizzare dei percorsi escursionistici segnalati in chiave culturale, anche a livello sovracomunale abbiamo promosso itinerari sulla prima guerra mondiale (Grande Guerra Natisone) e naturalistici (I prati di Tribil). Queste azioni infrastrutturali sono state accompagnate con continuità da visite guidate, con la collaborazione della pro loco Nediške Doline e dell’ufficio Informazione ed Accoglienza Turistica delle Valli del Natisone.
Sono convinto che il sostegno e la valorizzazione dell’escursionismo ed il ripristino dei sentieri abbandonati, oltre a rappresentare un forte elemento identitario di un territorio, grazie alla imprescindibile presenza del volontariato, rappresentino una progettualità trasversale che funge da volano ad altre più complesse che successivamente potranno svilupparsi.
Il primo processo partecipativo che ha affiancato la stesura del Piano Paesaggistico Regionale ci ha visti promotori di una ricerca delle debolezze e dei punti di forza che ha coinvolto i comuni contermini. Quest’analisi, successivamente elaborata, ha definito cinque scenari che vanno dal completo abbandono a quello della coltivazione della biodiversità. Questa attività ha, inoltre, individuato dieci azioni prioritarie che hanno delineato le basi delle nostre progettualità strutturate sulla condivisione avvenuta con i cittadini.
L’approccio del piano paesaggistico, che si pone come obiettivi l’integrazione delle reti ecologica, della mobilità lenta e dei beni culturali, è stato la nostra guida.
La multiproprietà, il frazionamento e l’associazione fondiaria Valle dell’Erbezzo
La multiproprietà ed il frazionamento fondiario sono stati individuati tra le principali cause dell’abbandono dei coltivi in prossimità dei paesi, dei prati e della inadeguata gestione dei boschi. Le esperienze aggregative nate in Francia negli anni settanta hanno scavalcato le alpi e si sono consolidate in Piemonte grazie all’azione promossa dal prof. Andrea Cavallero, docente di alpicoltura dell’Università di Torino. Si sono dunque espanse fino a Stregna con la nascita dell’associazione fondiaria Valle dell’Erbezzo (ASFO Erbezzo).
L’ASFO Erbezzo è una associazione di volontariato che gestisce in modo unitario i fondi agricoli ceduti in gestione dai soci. Non usucapisce la proprietà per statuto, ma anzi li affida in gestione agli agricoltori. L’ASFO Erbezzo ora conta quasi ottanta soci, più di quattrocento particelle fondiarie per l’equivalente di settantadue ettari.
Grazie soprattutto alle sinergie tra l’ASFO Erbezzo ed il Comune di Stregna, sfruttando le opportunità di una legge regionale, finora sono stati recuperati ventisei ettari di terreni incolti, altri progetti di recupero prevedono l’incremento di otto ettari entro l’autunno. Per stimolare e garantire l’attività di mantenimento a prato-pascolo, l’associazione ha acquistato un gregge di pecore ed ha stipulato dei contratti di soccida con gli affittuari dei terreni incolti; in queste settimane stiamo infrastrutturando i nostri pascoli con delle recinzioni fisse. Allo stesso tempo abbiamo acquistato delle attrezzature per la cura dei prati da affiancare all’opera di manutenzione del pascolo.
La crescita nella popolazione della consapevolezza dell’elemento identitario del prato ci ha permesso – senza troppe opposizioni – anzi con il sostegno di larga parte dei cittadini, di costituire il biotopo naturale dei prati di Tribil Inferiore – Dolenji Tarbij che si sta trasformando in un forte elemento di richiamo del nostro territorio.
La bozza in approvazione del nuovo statuto prevede che l’ASFO Erbezzo “sia finalizzata ad una gestione del territorio che ne conservi e migliori i valori agricoli, paesaggistici ed ambientali, con particolare attenzione alla biodiversità”. Tali nobili obiettivi necessitano di attività coordinate tra i portatori di interesse che non possono e devono essere relegate ad attività sporadiche.
Chi può/deve assumersi il ruolo di una programmazione dello sviluppo territoriale?
Il nostro territorio soffre della mancanza di una programmazione dello sviluppo a medio e lungo termine, che negli ultimi decenni è stata delegata in maniera inefficace agli enti di secondo grado di diritto pubblico (comunità montana, UTI, GAL, comunità di montagna, etc…).
Forti dei buoni risultati ottenuti nei primi anni, l’ASFO Erbezzo a fine 2020 ha avviato un tavolo al quale hanno partecipato oltre a rappresentanti dell’amministrazione di Stregna, anche alcuni dell’Università di Udine e Padova, della Regione FVG e di altri portatori d’interesse.
Partendo dalla crisi di crescita condivisa dal gruppo di lavoro, in seguito ad una decina di incontri a cadenza settimanale e da una analisi del contesto (positività, negatività), utilizzando metodi di programmazione strategica partecipata, abbiamo aggiornato il lavoro svolto durante la stesura del piano paesaggistico. Sono state definite una VISION (Espandiamo il modello dell’associazione fondiaria per lo sviluppo agricolo e la crescita sostenibile del territorio), una MISSION (Contrastiamo l’abbandono del territorio e valorizziamo il paesaggio identitario delle Valli del Natisone), due obiettivi generali e relativi obiettivi specifici:
- Gestione dei prati, dei pascoli, dei castagneti ed del bosco non solo per legno da riscaldamento:
- la filiera zootecnica è ben sviluppata
- la filiera dell’elemento identitario del castagno è valorizzata
- i nostri terrazzamenti sono curati
- il legname dei boschi è certificato e di alta qualità
- Siamo organizzati internamente, gestiamo bene i rapporti con i soci e sensibilizziamo e formiamo gli altri circa le nostre attività ed i risultati che otteniamo
- aumento di visioni ampie, interdisciplinari ed integrate
- aumento della consapevolezza dell’associazione e delle sue finalità
- crescita di adesioni all’associazione, sia all’interno del Comune di Stregna che all’esterno
- conoscenza delle opportunità presenti sul territorio ed avvio di collaborazioni trasversali
Ad ognuno di questi obiettivi sono associati dei risultati attesi, delle azioni proposte, ed un cronoprogramma delle stesse al 2026.
Tale attività è stata svolta anche con la prospettiva di integrare questa programmazione con quella degli enti pubblici e privati sovraordinati (Comunità Europea, Regione, Comunità di Montagna, ecc.).
Nelle ultime settimane abbiamo, inoltre, avviato un approfondimento analogo sul castagno, elemento identitario la cui coltivazione è abbandonata. Prossimamente prevediamo un processo simile sul tema dell’escursionismo.
Nel frattempo stiamo condividendo tali progettualità con i vari portatori d’interesse dei comuni vicini, ma anche con altri localizzati lungo tutta la fascia confinaria con la Slovenia, in entrambi gli Stati.
Il progetto Scrigni di Biodiversità
Con il progetto Scrigni di Biodiversità stiamo avviando interventi di ripristino del paesaggio terrazzato (bene culturale), delle visuali lungo i sentieri (mobilità lenta) e di distribuzione delle sementi di erba sui prati recuperati (rete ecologica).
L’evoluzione di tale progettualità è stata accompagnata da azioni di formazione sulla ristrutturazione dei muretti a secco con le scuole, da una continua campagna di comunicazione sulla stampa locale e sui social media, ed ha ricevuto la menzione speciale nella sezione programmazione, pianificazione ed iniziative gestionali alla II edizione del Premio Fare Paesaggio promosso nell’ambito della Convenzione delle Alpi dalla Provincia Autonoma di Trento.
Non dimentichiamoci da dove si parte: gli elementi identitari della popolazione
La valorizzazione culturale di tali iniziative è elemento di sensibilizzazione sia verso l’interno che verso l’esterno del nostro gruppo. Le progettualità sulla Grande Guerra e gli approfondimenti scientifico-naturalistici sono probabilmente un po’ distanti dagli interessi diretti dei cittadini di Stregna.
Ma il progetto PotiDoVasi, dove con decine di interviste stiamo raccogliendo e geolocalizzando nello sloveno locale i nomi di famiglia e centinaia di microtoponimi, rappresenta un’opera di restituzione alla popolazione locale della tradizione orale che identifica e descrive i luoghi ed i sentieri che stiamo sottraendo all’abbandono, cercando quella valorizzazione paesaggistica della quale sentiamo una enorme necessità.
dott. Luca Postregna
Sindaco di Stregna
portavoce dell’ASFO Erbezzo